lunedì 17 marzo 2014

Premio “Primo Boselli 2014”, il vincitore... Renato Romero

             

ASSOCIAZIONE ITALIANA RADIOASCOLTO

il vincitore……………. Renato Romero  

E’ nato nel 1965. Radioamatore con il nominativo IK1QFK è appassionato di VLF da sempre: è l’autore del sito www.vlf.it , del libro Radio Natura e di varie pubblicazioni sull’argomento. Per lavoro si occupa di strumenti di misura per grandezze elettriche, radiofrequenza e compatibilità elettromagnetica.
Alla fine degli anni ‘70, il passatempo di metà degli adolescenti era smontare e rimontare il motorino. L’altra metà, a cui dava fastidio avere mani unte e unghie annerite dal grasso, giocava con lo stereo o con le radio. La carriera di questi ultimi, i “radiofili”, aveva delle tappe ben definite e condivise dai più: si partiva in genere dal radioascolto, poi si iniziava a trasmettere con il CB, ci si impratichiva con il DX da pirata come “Radioamatori della 27”,  praticato con apparati assurdi al limite del codice penale;  poi spinti dai sensi di colpa e dalla paura dell’Escopost ci si iscriveva alla più vicina sezione ARI, si prendeva la patente speciale. Se si era impavidi si tentava anche l’esame di telegrafia e se l’esito era positivo ci si poteva fregiare della definizione di “Radioamatori con l’ordinaria”, un titolo che nell’ambiente intimoriva solo a sentirlo pronunciare. Oggi questa carica ha perso molto del suo carisma, ma allora, quando il massimo della tecnologia per la gente comune era avere l’antenna per la TV Svizzera, i radioamatori erano una categoria rispettata e circondata da un alone di fascino e quasi di mistero: “chissà che cosa prende quello lì con quelle antenne!!!”. L’idea di rete e di home computer come li conosciamo oggi era lontana a venire ed i social network non esistevano ancora. In mancanza dei blog e di Facebook ci si conosceva alle cene sociali: ad ogni “grado di consapevolezza” superiore conquistato (da SWL a CB a CB DXer…) si spettegolava su quello precedente, in cui si era operato fino al giorno prima: ognuno aveva la sua posizione, di cui ovviamente andava fiero.
Renato non sfugge a questo percorso e consegue 25enne nel 1990 la patente di Radioamatore con il nominativo IK1QFK, ma una volta arrivato al traguardo finale qualcosa non funziona e finisce ben presto fuori strada ad occuparsi di altro. Tramite gli articoli di un certo Flavio Gori dalle pagine di una rivista quasi sconosciuta ai radioamatori (Radiorama) viene infatti a conoscenza delle attività di ricerca della NASA sulle VLF con un progetto educational denominato INSPIRE. L’idea di usare la radio per ricevere segnali di origine naturale o trasmissioni sperimentali anziché la voce di altri operatori lo affascina fin da subito: il microfono finisce presto appeso al chiodo, la licenza chiusa in una busta, ed il ricevitore INSPIRE RS-4 per le VLF prende il posto dello YAESU FT-757 acquistato poco prima per fare attività sulle onde corte.

Il certificato di iscrizione all’AIR, ancora firmato dall'allora Presidente Alberto Gandolfo
Il decennio che segue ne vede la partecipazione attiva a tutte le campagne di ricezione INSPIRE, sia quelle relative agli ascolti congiunti di Radio natura, sia per le sessioni di ricezione dei segnali trasmessi dalla stazione Russa MIR e dalle varie missioni Shuttle. Avvia anche il primo progetto di monitoraggio continuo delle VLF, denominato OPERA, eseguito con una stazione automatizzata artigianale con tanto di “piastra a cassette” sottratta all’impianto stereo di casa e timer da caldaia. Lo studio, poi pubblicato anche sull’Inspire Journal, dura un anno: comprende oltre 700 sessioni di ascolto, una ogni 12 ore, e una montagna di cassette C60 sbobinate individualmente. Ogni sessione veniva riversata e poi analizzata con un PC Apple Macintosh: l’unica macchina che in quel periodo fosse in grado di ottenere spettrogrammi, con il software SoundEdit. Il tutto doveva però avvenire a tranches di 10 minuti per volta, visto che l’HD del calcolatore era di soli 80 MB e si riempiva subito! E’ una esperienza che vista oggi, nell’era dell’informatica, fa sorridere; ma i risultati allora ottenuti sulla distribuzione statistica dei segnali radio di origine naturale come i whistler sono sorprendentemente sovrapponibili a quelli attuali, ottenuti con le stazioni automatizzate: i mezzi erano poveri ma la strada era quella giusta.
Lo stesso periodo lo vede attivo con la pubblicazione di vari articoli divulgativi sulle VLF, su Radio Natura e le onde lunghe. In tutto una trentina di pubblicazioni su varie riviste e bollettini: INSPIRE Journal, RADIORIVISTA, Radioonde, RadioKitElettronica. Inizia anche una intensa collaborazione con il Prof. Mognaschi, dell’Università di Pavia, con il quale vengono condivise amicizia, esperienze e progetti. Sono gli anni in cui le voci relative ai precursori radio sismici si moltiplicano incontrollate ed una banda poco conosciuta come le VLF diventa il candidato ideale per speculazioni, poiché ogni affermazione su questo tipo di segnale è difficile da verificare: non esistono infatti in commercio ricevitori per questa banda e i pochi che vi operano lo fanno con apparecchiature autocostruite. E proprio a questo proposito, oltre alle nozioni teoriche e pratiche, Mognaschi lascia una esempio di stile, insegnando da una parte il dovere di condividere con generosità quelle che sono le proprie esperienze ma dall’altra la necessità di rigore ed onestà intellettuale, con il rifiuto di far quadrare a mano i conti, aimé, Italico vizio. Metodo scientifico, alla ricerca ed in difesa della verità anche se questa non rende popolari: saranno queste le basi morali di “OpenLab” che andrà a nascere di lì a poco. Ed è di quegli anni anche l’adesione al CICAP  (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) ed al LWCA (Long Wave Club of America).
Il ritorno di tutti quegli scritti non tarda a farsi sentire: alla fine degli anni ’90 sono oramai molti quelli che cercano di prendere contatto con l’autore, diventato suo malgrado un riferimento sull’argomento. I più  per chiedere informazioni su come ricevere le VLF: le domande alla fine sono poi sempre le stesse, che cosa si riceve a frequenze così basse, che ricevitori usare… Diviene sempre più evidente la necessità di un’area di raccolta delle informazioni sull’argomento, che sia però sempre disponibile, e non a scadenza come una rivista. Internet entra oramai in molte case e la decisione cade sull’apertura di un portale web: nasce nel 1999 “Radio Waves Below 22 kHz” ovvero www.vlf.it . L’idea alla base di tutto si chiama “OpenLab”, ovvero un’area di condivisione di esperienze e tecniche di ricezione in banda VLF. Il sito, in lingua inglese, accetta lavori biografici sull’argomento, a condizione che siano ben documentati e riproducibili, e conformi alle leggi della fisica conosciute. Per questa ultima condizione diversi lavori vengono rifiutati e qualcuno si arrabbia anche. L’originalità dell’idea risiede anche nel fatto che il sito non acquisisce i diritti di autore sui lavori pubblicati, come succede ad esempio con una rivista, ma questi rimangono di proprietà dell’autore che è quindi libero di usarli anche in altre forme. Il ritorno in termini di adesioni sorprende l’autore stesso: nel giro di pochi anni www.vlf.it diventa uno dei portali più conosciuti sull’argomento ed ospita tra i suoi collaboratori molti ricercatori professionisti. La filosofia OpenLab funziona, ed il sito oltre a diventare una specie di biblioteca comunitaria sull’argomento, serve anche a mettere in collegamento tra loro gli appassionati di onde lunghe.
Parte in quel periodo anche il monitoraggio continuo delle emissioni radio di origine naturale: dalla sua abitazione di Cumiana (TO) un ricevitore di campo elettrico ed uno di campo magnetico posizionati in aperta campagna, iniziano a fornire i loro dati, questa volta ad un PC che ne registra gli spettrogrammi, 24 ore su 24. Da allora, siamo nel 2000, l’acquisizione non è più stata interrotta. La prima postazione si serviva di diversi software: uno per filtrare i segnali, un per fare gli spettrogrammi ed uno per salvarli. Ma poi arriva un radioamatore tedesco, Wolfgang Buscher che aderisce ad Openlab: Wolf ha creato da poco un software che integra tutte le funzioni, creando degli archivi indicizzati, sia degli spettrogrammi che dei file wave sorgenti: SpectrumLab. E’ il software ideale: nasce una intensa collaborazione e Renato diventa uno dei debugger di questo programma. E fin da subito i dati che escono da questi monitoraggi sono imbarazzanti, soprattutto in proposito dei presunti precursori radio sismici che vari radioamatori dichiarano di ricevere un po’ ovunque: a parte le trasmissioni dirette ai sommergibili ed alle risonanze di schumann regolarmente ricevute il monitoraggio sistematico di queste frequenze sembra smentire gli ascolti sporadici che indicano presenze di fortissimi segnali in occasione di terremoti.
Nel 2005, a sei anni dalla sua apertura, il sito contiene una miniera di informazioni, provenienti da autori dei cinque continenti: una raccolta unica nel suo genere, visitata ogni giorno da centinaia di appassionati di tutto il mondo. Nonostante questo sono però in molti coloro che continuano a rivolgersi all’autore chiedendo come iniziare, ed hanno ragione: OpenLab contiene moltissimi dati ma sono collaborazioni individuali, ognuna su un argomento a sé. La struttura è cioè quella che i programmatori informatici definiscono “spaghetti like”, ricca ma disarticolata: manca un progetto organico. L’autore decide allora di dedicarsi ad una delle fatiche più grandi da lui affrontate fino ad allora: scrivere un libro. Un’opera che però che non sia una raccolta degli articoli del sito, ma un lavoro a sé, e così avviene: l’autore immagina di avere di fronte a sé una persona che non sa nulla di VLF e di spiegargli tutto, partendo dalle basi. E nel 2006, edito da SANDIT esce RADIO NATURA, una guida alla ricezione ed allo studio dei segnali radio di origine naturale. La revisione viene curata da Jader Monari, ora direttore dell’Osservatorio Radioastronomico di Medicina, e da Ezio Mognaschi in quella che purtroppo sarà una delle sue ultime fatiche, prima di lasciarci. Il libro, unico nel suo genere, riceve molti apprezzamenti e due anni dopo, l’RSGB (l’ARI Inglese) ne acquisisce i diritti per l’estero: esce nel 2008 la versione inglese.

La copertina dell’edizione italiana di Radio Natura (Ed. Sandit 2006)

L’ADSL si diffonde intanto in modo capillare anche nel nostro paese, e l’opportunità viene subito raccolta dall’osservatorio di Cumiana che mette i suoi dati on line in tempo reale, assieme allo stream audio dei segnali ricevuti in diretta dalla postazione.  Renato decide che l’opportunità va adeguatamente sfruttata: è ora di iniziare a monitorare sistematicamente la banda con una rete di osservatori, collegati tra loro. In poco tempo viene stabilito un protocollo per quella che di lì a poco diventa la rete “VLF OPENLAB OBSERVATORIES”. Il CSP (centro di ricerca che fa capo alla Regione Piemonte) è il primo ad aderire al progetto con un osservatorio situato nel parco del Gran Paradiso a 2300 metri di quota che vede la sua attivazione nel 2007, anch’esso con spettrogrammi e stream audio in diretta. Negli anni a seguire andranno ad aggiungersi altre postazioni: due in Romagna, esercite da Federico Scremin, uno dei collaboratori più attivi, una presso l’istituto di Radioastronomia di Medicina di Bologna, ed una sulle pendici del vulcano ETNA presso l’ENTE parco.
Nel 2012 avviene un altro salto tecnologico, quasi invisibile ma importantissimo: Wolfgan Buscher e Paul Nicholson implementano su SpectrumLab la possibilità di “marcare” i segnali registrati con un segnale GPS. Questo consente, usando lo stesso principio del GPS che abbiamo sull’automobile, di localizzare l’esatto punto di origine di un segnale, a patto che sia ricevuto da almeno tre postazioni, e Cumiana è una delle prime postazioni ad attivare la funzione. Il sistema, oltre a localizzare il punto di origine di un segnale, smaschera in breve alcune emissioni RTTY in VLF che risultano così provenire non da un punto fisso: il raccordo dei punti di trasmissione descrive infatti un cerchio di centinaia di km. Si tratta del progetto TACAMO, documentato su Wikipedia e di cui si è detto di tutto, anche che non fosse mai esistito. Ma non è tutto: avere stazioni di ricezioni sincronizzate consente anche di avviare alcune ricerche sulla possibile emissione in banda VLF di segnali in concomitanza di eventi meteorici, di eventi ionosferici come gli Sprite e di eventi geologici come i terremoti. Se qualcuno credeva che l’avventure fosse finita si deve ricredere: è appena cominciata.

Una delle antenne utilizzate per la ricezione delle emissioni dirette ai sottomarini, delle risonanze di Schumann e nello studio dei precursori radio sismici: una Marconiana alta 11 metri e lunga 45..

Ad oggi OpenLab ha collaborazioni/contatti diretti con:
l’Istituto di Radioastronomia di Bologna per quanto riguarda i monitoraggi a bassissima frequenza,
le Università di Cagliari e Genova per quanto riguarda un progetto sull’analisi convolutiva dei segnali raccolti dalle postazioni in occasione di sismi, 
l’INRIM Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica per quanto riguarda l’attivazione di una prossima postazione all’interno dell’istituto,
il CIPH Comitato per il progetto Hessdalen per l’attivazione di una postazione ad Hessdalen in Norvegia per lo studio delle emissioni VLF dei fulmini globulari
L’università di Buenos Aires per la realizzazione di una postazione di monitoraggio e per lo studio della propagazione dei segnali nel sottosuolo
Il LIGO per lo scambio di dati della rete di osservatori in occasione di presunti rilevamenti di onde gravitazionali
Il CNRF per lo studio di un ricevitore da posizionare a bordo di una sonda in una futura missione spaziale

I progetti futuri di OpenLab in prima battuta sono rivolti all’espansione della rete di monitoraggio, ma senza trascurare la pubblicazioni di altri articoli: la tecnologia offerta dagli Smarthphone offre ad esempio la disponibilità di supporti tecnici una volta degni di un film di fantascienza, e qualche collaboratore si è già messo in moto per creare delle APP per radio natura. 
Ma questo, ci sottolinea l’autore, con i dovuti tempi: quando si può, nel tempo libero, perché in fondo… si tratta solo dell’hobby di un Radioamatore finito fuori strada!

Vi ricordiamo che le passate edizioni del Premio BOSELLI sono state assegnate ai seguenti amici:


edizione 2001, Prof. Saverio De Cian-Italia
edizione 2002, Sig. Rinaldo Briatta-Italia
edizione 2003, Sig. Pedro Sedano-Spagna
edizione 2004, Sig. Carlo Sobrito-Italia
edizione 2005, Sig. Luca Ravazzi-Italia
edizione 2006, Ditta ELAD srl-Italia
edizione 2007, Rapporto Radio-Italia
edizione 2008, Claudio Re e Oscar Steila-Italia
edizione 2009, Ing. Nico Palermo-Italia
edizione 2010, A.R.I.S.S.-Amateur Radio on the International Space Station
edizione 2011, Flavio Gori-Italia
edizione 2012, Roberto Borri I1YRB-Italia
edizione 2013, Martin Pernter IW3AUT-Italia
edizione 2014, Renato Romero IK1QFK -Italia

La Segreteria A.I.R.
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La consegna del Premio Boselli 2013 a Martin Pernter IW3AUT 


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