martedì 1 gennaio 2013

Commutatore di antenna con relay bistabile

fig. 1: bobina singola, a giorno

La realizzazione di un commutatore a RF per antenne può presentare aspetti interessanti dal punto di vista delle soluzioni tecniche.
Se fino alle HF la cosa può essere facilmente realizzabile, dalle VHF in poi i problemi si sommano ai fenomeni di rientro della RF attraverso le vie a basso livello dell'elettronica di comando.

In fig. 1 potete vedere una bobina, ottima per realizzare un relay per VHF/UHF. Il contatto di scambio va realizzato direttamente sulla linea coassiale e viene comandato da un alberino isolante, azionato dall'ancoretta della bobina.

fig. 2: Relay bistabile, a doppia bobina
Nella fig. 2 è visibile un relay a doppia bobina; una volta veniva usato in campo telefonico e se siete fortunati potete trovarlo nei materiali del surplus. La sua particolarità è di avere un'ancoretta che viene comandata alternativamente dalla bobina di destra o da quella di sinistra. Il comando è impulsivo e, per la presenza dei due circuiti magnetici, ne risulta un funzionamento bistabile.

Dal momento che il comando è impulsivo e il circuito è anche a memoria (magnetica), la posizione viene mantenuta anche in mancanza della tensione di alimentazione.

Questo può fare molto comodo sia per il comando, sia perché si può combinare la tensione di comando sullo stesso conduttore di RF, senza avere incertezze sulla commutazione o interventi indesiderati.

fig. 3: prototipo di commutatore RF
Le presenti note non mostrano una soluzione unica ma sono lo spunto per ulteriori sviluppi e sperimentazioni.

Se non trovate il relay bistabile potete sempre realizzarlo con una coppia di bobine, come quella di fig. 1, rese solidali con una ancoretta modificata ed eliminando le molle antagoniste.

Due grandi vantaggi di un comando di questo tipo sono:

  • immunità alla RF passante;
  • memoria dell'ultima posizione impostata, anche in mancanza di alimentazione. 

Lascio a voi la realizzazione del relay e della circuiteria di commutazione, di cui potete vedere un prototipo nella fig. 3. Lo schema è soltanto indicativo.

Naturalmente, usate tensioni di sicurezza, a 12 o 24V.
Preferite un comando in corrente, non in tensione; proteggete l'alimentatore e realizzate un circuito "accoppiatore di ingresso" con un opportuno filtro.
Buona sperimentazione!

p.s.: per avere un'idea su come commutare da remoto, vedere:  

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